giovedì 12 luglio 2012

Duecentoparole / 1: Proteggetemi.

La peggiore sfida per un logorroico: costringersi a duecento parole, non una di più. La peggiore sfida per un vignettista: non metterci nemmeno un disegnetto, uno scarabocchio, niente. La peggiore cosa: sfidarsi a luglio, ché fuori c'è caldo e il portatile si fa bollente. Non potevo inventarmi 'sta cosa a novembre? 

Proteggetemi dalla furia del rullo di Facebook. Il rullo, sì: quell’atroce meccanismo di non-selezione delle notizie, che mentre ne vedi una te ne appaiono sopra, sotto e ai lati altre cinque. Proteggetemene, perché appaiono delle cose molto brutte, e io sono molto impressionabile. Mentre commentavo uno status, ieri, mi è apparsa la foto di un tizio strapieno di tatuaggi, ivi compresa una roba splatter molto simile ad un piercing oculare. Proteggetemene perché il mio essere sensibile non regge la vista di cagnolini soppressi “in modo umano”, morti ammazzati in Birmania e foto della mia ex – specialmente le foto della mia ex. Perché, in fondo, devo sapere tutto? È questa la vera grana dell’iperinformazione: non sei al riparo da nulla. Né vuoi esserlo, chiaro: vorrai mica chiudere gli occhi di fronte alle atrocità del mondo, tipo la censura nei confronti dei dissidenti cinesi o la mancanza di censura nei confronti di Alessandro Baricco. E invece… sì, a volte vorrei proprio chiuderli, gli occhi. Un po’ di pace, il mio giardino, una selezione di “good news” per riprendermi dal rullo compressore. Insomma: se il “so di non sapere” ha fatto grande qualcuno, posso farmi piccolo nel mio placido, episodico “voglio non sapere”?